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Il pellegrinaggio ad Assisi

Tra i circa tremila partecipanti registrati dalla Sicilia alle celebrazioni di san Francesco in occasione dell’offerta dell’olio da parte dei comuni e dei fedeli siciliani, c’erano anche circa i duecento pellegrini guidati dai Frati Minori Conventuali di Sicilia.

Nonostante le previsioni meteo avverse, confermate da un’abbondante pioggia proprio il 3 ottobre, giorno del Transito di San Francesco, i nostri pellegrini hanno avuto lo stesso la possibilità di vivere delle giornate intense tra visite guidate ai santuari, raccoglimento spirituale e solenni celebrazioni ufficiali.

Arrivati la sera del 2 ottobre negli alloggi, la mattina del 3 è stata dedicata alla visita della Basilica e del Convento di S. Maria degli Angeli ovvero della Porziuncola, dove alle 11.00 si è potuto partecipare alla solenne celebrazione eucaristica del Transito di San Francesco. 

Il pomeriggio si sarebbe dovuti ritornare presso la stessa Basilica per partecipare dall’esterno al solenne rito del Transito, inizio delle celebrazioni ufficiali a cui ogni anno prendono parte le massime autorità religiose (vescovi e religiosi) e istituzionali (regionali e comunali) della regione di turno chiamata all’offerta dell’olio. Date le condizioni meteo proibitive, i frati della nostra Provincia hanno provveduto tempestivamente a modificare il programma, per cui ci si è recati presso la Basilica di San Francesco in Assisi dove i nostri pellegrini hanno potuto con calma visitare e sostare in preghiera dinanzi alla tomba di san Francesco, visitare la cappella delle reliquie e, presso la cappella di frate Elia, all’interno del Sacro Convento, ricevere da fra’ Simone Tenuti una interessante spiegazione sulla storia del maestoso complesso monumentale. Al termine ci si è recati nuovamente all’interno della Basilica Inferiore per partecipare alla solenne e raccolta celebrazione dei Vespri e del Transito di san Francesco, conclusosi col canto del Salve Sancte Pater dinanzi la tomba del poverello di Assisi.

Il 4 ottobre, di primo mattino, ci si è recati nuovamente in Assisi dove, accomodati nelle sedie predisposte nella Piazza antistante la Basilica Inferiore, si è potuto partecipare con attenzione alla solenne celebrazione eucaristica della solennità di San Francesco, preceduta dalla sfilata dei gonfaloni dei comuni dell’isola che, con i loro sindaci e i rappresentanti della Regione Siciliana con a capo il suo Presidente, l’On. Renato Schifani, hanno preso parte agli eventi religiosi ed istituzionali previsti.

A presiedere l’Eucaristia il Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, Mons. Antonino Raspanti, attorniato da tutti i vescovi della nostra regione e circa un centinaio di presbiteri, mentre il Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, a nome di tutti i sindaci dei Comuni d’Italia e, in particolare della Sicilia, ha aperto la celebrazione con l’infusione dell’olio e l’accensione della lampada che arde per tutto l’anno dinanzi alla tomba del Patrono d’Italia.

Al termine della celebrazione, sul balcone del Sacro Convento che si affaccia sulla Piazza Inferiore, ci sono stati i saluti e i messaggi del Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali, fra’ Carlos Trovarelli, di fra’ Marco Moroni, Custode del Sacro Convento, del Sindaco di Assisi, del Presidente della Regione Siciliana e del Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dell’Ottavo Centenario della morte di san Francesco, Davide Rondoni, che a nome del Governo Nazionale ha rivolto un profondo messaggio alla nazione.

Dopo il pranzo presso le strutture che alloggiavano i pellegrini, le celebrazioni francescane si sono concluse con la partecipazione ai Solenni Vespri della solennità e la benedizione dell’Italia dal torrino della Basilica Superiore con la “Chartula” di san Francesco, cioè la piccola pergamena in cui san Francesco scrisse di proprio pugno la benedizione a frate Leone immediatamente dopo aver ricevuto le stimmate sul monte de La Verna, mentre sul lato opposto sono riportate le Lodi di Altissimo trascritte dallo stesso frate Leone e che ha portato gelosamente con sé fino alla sua morte.

L’ultimo giorno della nostra permanenza in Assisi è stata dedicata al mattino alla visita guidata dei santuari e della città di Assisi, suddivisi in piccoli gruppi e accompagnati dai frati e suore che alle notizie storiche hanno puntualmente aggiunto le loro sapienti riflessioni sulla spiritualità francescana. Infine, dopo un pomeriggio libero per le visite ad altri luoghi francescani o per strade di Assisi, ci siamo recati all’interno della Basilica Superiore dove, in maniera intima e riservata, abbiamo celebrato insieme l’Eucaristica di conclusione del nostro pellegrinaggio, presieduta dal Ministro Provinciale, fra’ Gaspare La Barbera. All’interno della celebrazione si è svolto il breve rito di benedizione di una coppia di sposi nel loro 25° anniversario di matrimonio. Al termine della celebrazione che ha segnato la fine della nostra permanenza in Assisi abbiamo avuto la grazia speciale della benedizione con la Chartula di san Francesco.

È stata sicuramente un’esperienza intensiva nella spiritualità francescana a diretto contatto con la figura di Francesco che ancora oggi parla ad ogni uomo attraverso le pietre della città e delle sue basiliche, i volti dei frati e delle suore che ne continuano la missione e gli uomini e le donne che da lui sono attratti a Cristo, spronati, soprattutto in questi tempi, a pregare e operare per la pace e la fratellanza universale.

Un ringraziamento a tutte le comunità ecclesiali e francescane che hanno voluto aderire a questo pellegrinaggio partecipando con piccoli o grandi numeri di fedeli. Un particolare e sentito ringraziamento va alla segreteria organizzativa del pellegrinaggio che partita da fra’ Saverio che ne ha ricevuto l’incarico dal Ministro Provinciale, si è man mano allargata a tanti altri che in molteplici modi hanno contribuito a rendere significativa e piacevole questa esperienza: Francesca, membro della COFEP che ha tenuto i rapporti con i singoli pellegrini per le iscrizioni; fra’ Massimiliano Volante che risiedendo al Sacro Convento di Assisi ha collaborato fattivamente per la logistica e per ovviare efficacemente ogni imprevisto e fra’ Emanuele Rimoli per l’organizzazione delle visite guidate. E, soprattutto, un ringraziamento alla Vergine Santissima che è stata presente e compagna di viaggio nella preghiera e nella devozione dei pellegrini.

A laude di Cristo e del poverello di Assisi!

La testimonianza di fra’ Marco

Sono Fr. Marco Mangano, frate della Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione, nato a Palermo, uno dei frati che ha vissuto l’anno di noviziato al Sacro Convento di Assisi, presso la tomba di San Francesco. Abbiamo terminato questa esperienza il 20 luglio con la Professione Temporanea dei voti di povertà, castità ed obbedienza. 

Ho 33 anni e provengo da una famiglia semplice, ultimo di tre figli. Sin da piccolo ho ricevuto una buona educazione di fede, mi è stata insegnata l’importanza di partecipare a messa e i valori cristiani. Ho trascorso la mia giovinezza in parrocchia, frequentando per anni il gruppo giovani, il gruppo liturgico, ho svolto il servizio di catechista e di operatore pastorale.
Dopo aver frequentato l’Istituto tecnico alberghiero ho iniziato diverse esperienze lavorative nel settore della ristorazione, sperimentando la bellezza delle amicizie, delle relazioni, e ricevendo molte soddisfazioni lavorative, frutto di lavoro onesto. Molte erano anche le gioie che ricevevo nell’ambito parrocchiale. 

Mi rendevo conto, però, che tutto ciò non saziava quella fame di felicità che abitava la mia vita e della quale andavo alla ricerca. Successivamente iniziai a lavorare presso il Centro di Spiritualità San Massimiliano Kolbe di Carini (PA), collaborando con Fr. Salvino, con altri frati e laici. Ho avuto modo così di conoscere più da vicino lo stile di vita dei frati e il carisma francescano, così come anche la Provincia dei frati di Sicilia. 

Sette anni che hanno accresciuto la mia attrazione e il senso di appartenenza alla realtà dei frati, fino a sentirla una vera e propria famiglia. Incoraggiato dai frati decisi di mettermi in gioco seriamente, iniziando il cammino di discernimento vocazionale presso il Convento di Montevago (AG). Inizialmente partecipavo solamente ai weekend vocazionali. Successivamente intrapresi, nella stessa comunità, l’anno di pre-postulato sotto l’accompagnamento di Fr. Luca Gurrera. A sostenermi c’era, inoltre, la presenza e il sostegno della comunità dei frati e i laici che formano il Centro di Evangelizzazione Giovanni Paolo II.

Sono stati anni in cui ho potuto constatare sempre più la bellezza della fraternità e riconoscere Dio come Padre e Salvatore della mia vita, mettendomi in ascolto della sua Parola che con forza meravigliosa è stata “Lampada ai miei passi”.

Tutto ciò faceva crescere in me il desiderio di spendere la mia vita come Gesù, donandola per Amore (con la a maiuscola), insieme ad altri fratelli e sorelle, secondo lo stile francescano. Qualcosa che iniziavo a sentire sempre più possibile e necessario, oggi più che mai. 

Ho proseguito il cammino con i due anni di postulato ad Osimo (AN) sotto la guida di Fr. Lucio. Attraversando diverse fasi di vita e di crescita mi sono sentito confermato dall’azione dello Spirito Santo ad abbracciare la vita francescana con semplicità e gioia, fidandomi di Dio Padre, datore del vero bene. 

Il 5 agosto 2023 ho iniziato l’anno della prova insieme ai fratelli che il Signore ha messo al mio fianco: il maestro Fr. Vincenzo e il vice maestro Fr. Stephen, Fr. Adrijan, Fr. Jerko e Fr. Luka della Provincia “San Girolamo” di Croazia, Fr. Tiago e Fr. Luca della Provincia Italiana Sant’Antonio di Padova, Fr. Michele, Fr. Giovanni e Fr. Christian della Provincia Italiana San Francesco d’Assisi. 

Sono testimone che la bellezza della Fraternità risiede nella diversità di ciascuno: provenienza, cultura, età e storia personale possono diventare una ricchezza, se accolti e vissuti bene. Ognuno può diventare aiuto, complementarietà e crescita per l’altro se si pone Gesù al centro e come obiettivo la conformazione a Lui. 

Vorrei aggiungere a quanto detto ciò che ho vissuto a livello personale. È stato un anno in cui abbiamo ricevuto tanta Grazia. Due brani evangelici hanno accompagnato le tappe di questo cammino, dove inizio a vedere già da ora i frutti. Il primo brano è il passo di Mc 3, 13-14 «Gesù salì poi sul monte… (ecco Assisi ed il noviziato) chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da Lui… perché stessero con Lui». 

Una sintesi perfetta dell’anno di noviziato che descrive il vivere intimamente con Gesù, in una relazione unica, liberante, sorprendente. Un cammino di innamoramento dove ho imparato, nonostante le fatiche, la stanchezza e i momenti di crisi, che Lui è la vera linfa vitale a cui attingere forza e dove poter ricevere il nutrimento per saziare la fame e la sete di felicità e di vita piena della quale andavo in ricerca. 

Mi è stata donata la possibilità di una crescita spirituale e umana, un conoscermi sempre più in profondità, mettendomi in discussione e lasciandomi condurre verso l’oltre che indica lo Spirito Santo.

Grazie alla formazione ho potuto ampliare le mie conoscenze e vivere i valori evangelici della minorità, della misericordia, della pace e della fraternità, consapevole che la formazione dura tutta la vita e inizia nel riconoscermi Figlio Amato, attraverso un cammino di speranza per l’umanità.

Il secondo brano descrive la mia esperienza di un Dio che ogni volta che gli ho fatto spazio è stato Padre provvidente, che nulla fa mancare ed elargisce doni in abbondanza. Dal monte, in quella intimità, mi dice: «Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date» (Mt 10,8). 

A Lui che tutto si dona a me per Sua grazia, desidero donarmi in maniera totale, lasciandomi, come fino ad oggi, stupire con meraviglie stupende, Lui che è l’artefice di ogni meravigliosa vocazione.

Per me e per ciascuno di voi l’augurio di fidarci ed affidarci a Dio Padre per mezzo del Suo Figlio Gesù lasciandoci guidare dallo Spirito Santo per conformarci alla Sua immagine ed essere autenticamente dono donato e non posseduto.

fra' Marco Mangano

Mostra sui Martiri del Perù a Carini

Sarà l’ambasciatore della Repubblica della Polonia presso la Santa Sede S.E. Adam Mariusz Kwiatkowski, ad inaugurare presso il Santuario San Massimiliano Kolbe di Carini all’interno dell’omonimo Centro di Accoglienza e di Spiritualità, Sabato 13 Luglio alle 17.00, la mostra sui confratelli polacchi P. Zbigniew Strzałkowski e P. Michał Tomaszek, missionari in Perù e uccisi barbaramente il 9 Agosto 1991.

Insieme all’ambasciatore, parteciperanno all’inaugurazione, rivolgendo ai presenti il loro saluto, il Ministro Provinciale fra’ Gaspare La Barbera, il Vicario Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali fra’ Jan Maciejowski e il Direttore del Centro Kolbe di Carini fra’ Salvino Pulizzotto.

Il Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Monreale Mons. Ferdinando Toia benedirà l’esposizione.

Fra’ Paolo Fiasconaro, direttore del Centro Missionario Francescano Onlus di Roma, coordinerà gli interventi che si susseguiranno a partire dalla proiezione di un breve docufilm sulla vita e il martirio dei due confratelli beati.

Nell’agosto 1991, Giovanni Paolo II si trovava a Cracovia per la Giornata Mondiale della Gioventù e proprio in quei giorni entusiasmanti gli arrivò la drammatica notizia dell’assassinio dei due francescani polacchi per mano dei membri di Sendero Luminoso, organizzazione armata d’ispirazione maoista. Commentando questo fatto il Papa disse: «Sono i nuovi santi martiri del Perù». Ventitré anni e mezzo dopo la loro morte, il 3 febbraio 2015, la Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto il martirio dei Servi di Dio Zbigniew e Michał e Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del relativo decreto. La loro beatificazione ha avuto luogo il 5 dicembre 2015 nella città peruviana di Chimbote, diocesi dove i martiri svolgevano la loro missione.

Ma come mai questi giovani frati polacchi sono finiti in Perù, a 11mila chilometri dalla loro Patria? L’Ordine dei Frati Minori Conventuali voleva rafforzare la sua presenza missionaria in America Latina e così fu deciso di aprire una nuova missione a Pariacoto, in una zona montagnosa e isolata del Perù, a 1200 metri di altitudine. Qui i frati trovarono una popolazione che viveva in estrema povertà, senza luce né acqua, mentre la chiesa era in stato di abbandono. La parrocchia copriva un territorio grande come una diocesi europea, con 73 villaggi, di cui alcuni a 4.000 metri di altitudine. Per i giovani sacerdoti cominciò un duro lavoro missionario ma anche di assistenza alla popolazione conquistandosi ben presto i cuori della gente.

Purtroppo, nella zona era molto attiva l’organizzazione maoista Sendero Luminoso. Negli anni Ottanta e Novanta i terroristi, facendo leva sullo scontento popolare, suscitarono una sanguinosa guerra civile che causò la morte o la sparizione di circa 70mila persone.

La sera del 9 agosto 1991 i senderisti arrivarono alla missione di Pariacoto per cercare i sacerdoti. In quel momento si trovavano lì soltanto i due frati oggi beati, perché il superiore era partito per la Polonia. Fra’ Zbigniew e fra’ Michał si presentarono ai terroristi e subito vennero caricati su una camionetta che li portò fuori dal villaggio. In macchina salì anche una coraggiosa suora peruviana, suor Berta, che divenne testimone delle accuse rivolte dagli aguzzini ai frati durante un grottesco processo rivoluzionario. Può sembrare una cosa assurda ma furono accusati di fare del bene e perciò di frenare la rabbia del popolo e di rallentare la rivoluzione.

I due frati polacchi furono accusati di essere mandati da Giovanni Paolo II e dalla CIA e di proclamare Dio; ma la religione, dicevano i senderisti, è «l’oppio dei popoli». Poco dopo, nelle vicinanze del piccolo cimitero del paese, vennero giustiziati, insieme al sindaco di Pariacoto, con un colpo alla nuca. I terroristi lasciarono un messaggio sul corpo insanguinato di padre Strzałkowski: «Così muoiono i servi dell’imperialismo». 

La mostra resterà aperta ai visitatori per tutto il periodo estivo ogni giorno con ingresso libero dalle ore 17.00 alle 19.00.

 

La Sicilia ad Assisi

Sono stati presentati questa mattina a Palazzo d'Orléans a Palermo, sede della Presidenza della Regione, i particolari del Pellegrinaggio della Regione ad Assisi per l’offerta dell’olio e l’accensione della lampada che arde presso la tomba di San Francesco.

Hanno presenziato l’incontro con la stampa il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il presidente della Conferenza Episcopale Siciliana Mons. Antonino Raspanti, il custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, fra’ Marco Moroni ofm conv., il custode della Basilica di Santa Maria degli Angeli fra’ Massimo Travascio ofm, il sindaco di Assisi Stefania Proietti e quello di Palermo Roberto Lagalla. Mons. Sorrentino, Vescovo di Assisi si è reso presente con un videomessaggio di saluto.

Presenti anche i referenti delle diciotto diocesi di Sicilia e delle famiglie francescane, tra cui il nostro Ministro Provinciale fra’ Gaspare La Barbera ofm conv., e i rappresentanti degli assessorati regionali dell'Agricoltura, dei Beni Culturali e del Turismo coinvolti anch’essi nell'iniziativa.

All’inizio dell’incontro è stato svelato il logo realizzato dalla Regione Siciliana che contrassegnerà tutti gli eventi del 3-4 Ottobre che porteranno ad Assisi dalla nostra isola migliaia di pellegrini. Le Chiese di Sicilia doneranno mille litri di olio (60 per ogni diocesi) per alimentare la lampada di Assisi mentre la quantità eccedente che tanti fedeli stanno donando in occasione del Pellegrinaggio della Lampada che sta toccando quasi tutte le comunità ecclesiali della regione, sarà messa a disposizione delle Caritas diocesane e di altre opere benefiche religiose. 

(qui sotto il servizio andato in onda sul TGR a cura della testata giornalistica regionale) della Rai)


La Presidenza della Regione Siciliana ha da parte sua stabilito di offrire per l'occasione il restauro, per un valore di 20mila Euro, del dipinto a olio su tela, con cornice lignea policroma, raffigurante "L'apparizione di San Giuseppe a San Bonaventura", del XVIII secolo, sito nella Basilica di San Francesco, e di un altro olio su tela raffigurante "La Madonna sui luoghi della Passione", del XVII secolo, attribuito a Piergirolamo Crispolti.

Sempre la Presidenza della Regione, oltre a finanziare le lampade che stanno girando tutte le parrocchie e le comunità dell’Isola e le stampe che accompagnano tale pellegrinaggio, provvederà a dotare i pellegrini siciliani di un apposito kit con all’interno, tra l’altro, anche il libretto delle celebrazioni del 3-4 Ottobre.

Fra’ Marco Moroni ofm conv., Custode del Sacro Convento di Assisi, ha auspicato che questo pellegrinaggio, che si ripete a livello regionale solo ogni 20 anni, possa essere un’occasione di scambio e arricchimento reciproci, portando la Sicilia, al pari di Assisi, quegli atteggiamenti di accoglienza delle diverse popolazioni, fedi e culture che la contraddistinguono. Qui sotto l'intervista rilasciata dopo la conferenza stampa di Palermo.

 

Professione Solenne di fra’ Alberto

Lo scorso 6 Aprile, presso la Basilica S. Francesco d’Assisi a Palermo, fra' Alberto Barbaro ha emesso la Professione solenne nelle mani del Ministro Provinciale, fra' Gaspare La Barbera.

Accanto al Ministro Provinciale che ha presieduto la celebrazione, l’Assistente generale FIMP (Federazione Intermediterranea Ministri Provinciali) fra' Giovanni Voltan. Numerosa la partecipazione dei frati della Provincia, dei religiosi delle altre famiglie francescane, del clero diocesano e moltissimi fedeli. Davanti alla comunità ecclesiale riunita, fra' Alberto ha confermato il suo sì per sempre nella nostra famiglia di Frati Minori Conventuali.

È stata una giornata ricca di Grazia in cui lodare e ringraziare il Signore per i prodigi che continuamente dona all’umanità attraverso la storia di chiunque voglia rispondere con la propria vita ad una chiamata di sequela di Cristo.

Ed è proprio con la sua storia che Fra Alberto riesce ad essere testimone credibile di una vocazione in cui bisogna saper attendere, lasciando che Dio agisca secondo i suoi tempi.

Originario di Salemi in Sicilia, respira il carisma francescano fin dall’infanzia. Nel 1980, appena diciassettenne, partecipa ad un campo vocazionale a Marineo sempre nella Trinacria, lasciando emergere quel sentire vocazionale teso ad una proposta di vita religiosa. Ma il corso degli eventi lo porterà a dovere mettere da parte quel sentire che, come un seme, resterà nel suo cuore in attesa di germogliare.

Figlio unico, venuta a mancare la mamma, si occupa amorevolmente del papà invalido per molti anni. A questo si aggiungerà l’attività lavorativa così da impegnare tutto il suo tempo. Sono diverse le occasioni in cui Alberto tornerà ad incontrare i frati ed in particolare Fra Gaspare, che darà modo di sperimentare come quel sentire vocazionale nonostante il tempo e gli eventi non sia mai venuto meno. Così, dopo un breve passaggio di esperienza monastica, la sua vocazione religiosa verrà confermata alla vita francescana.

A condividere la gioia e l’emozione dell’evento della Professione, coloro che conoscono Alberto da sempre, come la famiglia ed i cugini venuti anche da lontano, ma anche quanti lo hanno conosciuto in questi ultimi anni, proprio durante il suo cammino di formazione e che hanno saputo cogliere in lui i segni di Dio nella sua storia, apprezzarlo ed amarlo.

Ma soprattutto la Parola di Dio proposta dalla liturgia della seconda Domenica di Pasqua ha tracciato le linee della vocazione francescana ed anche della storia di fra' Alberto.

Come ha affermato il Ministro provinciale nell’omelia: “fraternità è una parola chiave e fondamentale della spiritualità francescana”, ricordando che è proprio la fraternità ciò che attrae e desidera chiunque voglia entrare nella famiglia francescana, ed è ciò che attesta ogni frate in qualunque momento della sua vita.

Fra Gaspare ha posto quindi l’attenzione verso la comunione, nella comunità come luogo in cui sperimentare fino in fondo la propria umanità, la propria fragilità, e la forza rigenerante e sanante dello spirito. Infatti, nella comunità ognuno di noi può scoprire l’unicità dell’altro e rendere fecondi i talenti. Perché come ripeteva Francesco d’Assisi: vivere secondo il Vangelo, con gli stessi sentimenti di Cristo, conduce alla comunità.

Ringraziamo il Signore e il serafico padre San Francesco per il dono di Fra Alberto e chiediamo al Signore di rendere sempre più fecondo il nostro Ordine.

 

Fr. Rosario Terranova

Segretario provinciale

 

 

Incontri di formazione francescana

Nei giorni 17-18 e 19-20 Febbraio 2024, presso il Centro Kolbe di Carini, si sono tenuti due turni di formazione spirituale e francescana con la partecipazione dei frati e numerosi laici delle comunità locali.

A tenere le meditazioni sono stati Fra Emanuele Rimoli e Fra Guglielmo Spirito, entrambi provenienti dalla Comunità “Franciscanum” di Assisi. Il titolo dell’incontro: “Sapere Cristo e questi crocifisso”. La tematica si inserisce nell’ottavo centenario dell’impressione delle Stimmate di San Francesco ed è stata per tutti i partecipanti un ottimo modo per iniziare il cammino della Quaresima.

Il percorso dei due incontri era articolato in tre momenti con altrettante meditazioni offerte dai relatori: 1. Verso dove guardiamo; 2. Chi seguiamo; 3. Tu con me sarai in paradiso.

Attraverso l’itinerario proposto, che attraversava la vita di Gesù narrata nel Vangelo e la testimonianza della vita del serafico padre San Francesco, Fra Emanuele e Fra Guglielmo hanno aiutato i partecipanti a guardare alle stimmate del poverello di Assisi non come un premio riservato ad un eroe ma ad una meta a cui ciascun cristiano è chiamato. Ogni meditazione, in un crescendo, mostrava i passi e gli atteggiamenti perché ciò accadesse anche nella vita di ciascuno.

Molti gli spunti di riflessione che sono stati offerti, molte le domande suscitate. Comune in tutti i partecipanti è stato il senso di gratitudine per quanto ascoltato, e soprattutto per la testimonianza di vita donata da Fra Guglielmo e Fra Emanuele, che hanno mostrato che le riflessioni proposte non nascevano solamente da studio sistematico ma dalla preghiera e da una relazione fraterna autentica.

Ringraziamo il Signore per averci donato questa esperienza spirituale profonda e arricchente, e per le relazioni fraterne vissute tra frati e laici in questi giorni di comunione. 

Fr. Rosario Terranova

Segretario provinciale

 

 

XXV Sacerdotale di P. Giorgio Tassone

Martedì 2 Gennaio, la Chiesa parrocchiale “Madonna del Rosario” di Palmi (Calabria) era gremita e in festa per celebrare i 25 anni di sacerdozio del suo pastore, Fr. Giorgio Tassone, da ben 16 anni alla guida della parrocchia e fino ad agosto scorso ultimo Custode dell’ormai soppressa Custodia di Calabria “SS. Daniele e Compagni martiri”.

Le tante comunità parrocchiali hanno accolto calorosamente S. Em.za il Card. Mauro Gambetti (OFMConv.), Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, venuto per l’occasione a officiare la Celebrazione Eucaristica. Il Cardinale ha ringraziato il Vescovo della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, Mons. Giuseppe Alberti per l’accoglienza, e salutato tutti i confratelli della nuova Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione, della quale vi era una folta rappresentanza assieme al Ministro Provinciale Fr. Gaspare La Barbera

Il Card. Gambetti ha lodato e ringraziato il Signore per i doni del Sacerdozio, ricevuti da fra Giorgio il 02 Gennaio 1999 nella Chiesa “San Giovanni Therestis” in Stilo, dove veniva ordinato presbitero per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Giancarlo Bregantini. “Fra Giorgio”, di cui Sua Em.za ha esaltato il carattere genuino e lo spirito di condivisione, “ha mantenuto legami ad Amantea, Catanzaro e ci troviamo qui riuniti a questa festa di “compleanno”, ha dichiarato il Cardinale.

Legami che hanno riempito la parrocchia di amici prima ancora che autorità civili e religiose. Presenti numerosi sacerdoti della città di Palmi e della Diocesi, il Sig. Sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, Gen. Cesario Totaro; il Generale dei Carabinieri Raffaele Fedocci, il Colonnello Gianluca Migliozzi, Comandante del Nucleo Operativo di Gioia Tauro e altre autorità. Ad accompagnare questo momento anche la mamma e altri famigliari di Fr. Giorgio. Ma il vincolo più forte è stato quello che ha stretto P. Giorgio a Cristo: nell’omelia del Card. Gambetti il dono ricevuto da fra Giorgio si intreccia a doppio filo con quattro parole chiave: “Gratitudine, Testimonianza, Rettitudine, Unzione”. Il Cardinale ha reso partecipi i fedeli di un passaggio della lettera che Fr. Giorgio gli aveva scritto per invitarlo alla cerimonia: “Non avevo certo la piena consapevolezza di cosa mi riservava questo dono. Di grado in grado, passo dopo passo mi rendevo conto del suo inestimabile valore, oltre me stesso, verso gli altri”.

Padre Giorgio in segno di gratitudine per la sua speciale presenza, ha voluto donare al Card. Gambetti un ritratto del prelato realizzato dall’artista palmese Antonino Nucifora.

Al termine della cerimonia si è svolto presso il Centro per la Nuova Evangelizzazione “Giovanni Paolo II” di Piazzale Ibico un momento conviviale per una comunità che assieme al suo parroco è riuscita, in nome della sua guida spirituale, ad accogliere la gioia e a trasformarla in condivisione reciproca.

 

Fr. Rosario Terranova

Segretario provinciale

 

 

La nuova Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione

Si è svolta il 13 dicembre scorso, Festa di santa Lucia, presso la Pontificia Basilica Minore dei Frati Minori Conventuali di Palermo, la cerimonia di proclamazione dell’unificazione della Provincia di Sicilia delle “SS. Agata e Lucia” e della Custodia di Calabria dei “Ss. Daniele e Compagni martiri”, che ha assunto la nuova denominazione canonica in “Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione”.

Presenti all’importante celebrazione il Ministro Generale Fr. Carlos A. TROVARELLI, il Procuratore dell’Ordine Fr. Maurizio DI PAOLO, l’Assistente Generale FIMP Fr. Giovanni VOLTAN, il Ministro provinciale della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, Fr. Roberto Brandinelli, il Ministro provinciale della Puglia, Fr. Daniele Maiorano, il delegato del Ministro provinciale di Malta, Fr. Allister Aquilina, i Ministri provinciali delle Famiglie Francescane di Sicilia, il Ministro dell’ Ordine Francescano Secolare di Sicilia, i frati della nascente Provincia, provenienti dai conventi della Sicilia e della Calabria, da Roma, da Assisi, i postulanti del Postulato del Sud Italia con l’equipe dei formatori e numerosi fedeli.

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Due i momenti salienti della giornata. Il primo, un commovente momento di preghiera, iniziato con una processione in cui i frati hanno portato dei segni come la composizione floreale offerta all’Immacolata Concezione, l’immagine della Regola dell’Ordine e l’icona di s. Francesco, ai piedi della quale ciascuno ha deposto un lumino. È seguito un breve saluto ai partecipanti da parte del Ministro provinciale di Sicilia e Calabria, Fr. Gaspare LA BARBERA, in cui ha sottolineato  l’importanza dell’evento; poi, la recita di salmi, cantici e riflessioni sulla storia delle due giurisdizioni e il cammino fatto fino al momento dell’unificazione avvenuta nell’agosto u.s.. Momento centrale la proclamazione da parte del Procuratore dell’Ordine del Decreto attuativo dell’Unificazione e del cambio della denominazione in “Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione”. Ed è proprio ai piedi del simulacro dell’Immacolata che il Ministro generale e il Ministro provinciale, con una preghiera di affidamento, hanno consegnato la nuova Provincia alle cure della Vergine Immacolata.

Il secondo momento, la celebrazione Eucaristica presieduta dal Ministro generale. Nell’omelia si è soffermato su tre punti: l’importanza di fare memoria dei Santi titolari delle due giurisdizioni, perché testimoni che invitano noi frati conventuali a fare con la nostra vita una professione di fede nell’oggi; le beatitudini come progetto di vita per la nuova Provincia (in riferimento al Vangelo del giorno, il brano delle beatitudini di Matteo), il modo in cui possiamo dare forma al Regno dei cieli, qui sulla terra; terzo punto, gli ottocento anni, anche in Sicilia, di vita francescana, fatti di gloria e di tempi difficili, sottolineando che per il Vangelo ogni tempo è un tempo favorevole per la testimonianza di fede e di fraternità. Ha concluso l’omelia ricordando ai frati di Sicilia e Calabria che “non celebriamo soltanto l’inizio di una nuova giurisdizione ma il desiderio di vivere un progetto di Vita Nuova luminoso di quella luce che fu la vita di santa Lucia, autentico come fu la vita di san Daniele e dei suoi Compagni martiri e puro come l’Immacolata.”

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La scelta della nuova denominazione canonica, trova la sua ragione in un dato incontrovertibile: la forte devozione mariana, certamente insita nel carisma francescano ma significativamente presente in entrambi i territori con quelle sensibilità popolari, e non solo, tipiche del meridione. 

Cosi come la presenza, nelle nostre chiese, di congregazioni laicali, confraternite, associazioni e movimenti mariani, sorti proprio per interpretare i sentimenti di amore e devozione popolari e per difendere il privilegio dell’Immacolata concezione di Maria. 

Con l’unificazione siamo consapevoli di scrivere una nuova pagina della nostra storia, senza dimenticare gli otto secoli che le due giurisdizioni hanno attraversato. La storia, infatti, rappresenta  per noi l’espressione di un sogno consegnato da Francesco d’Assisi ai fratelli che nel tempo lo hanno accolto e tramandato.

La sfida del mondo odierno ci obbliga certamente a guardare la nostra realtà invitandoci ad operare scelte opportune, capaci di rispondere con una costante riformulazione di questo sogno-progetto evangelico di una fraternità possibile in Cristo.

La sua realizzazione, quindi, può avvenire soltanto se siamo capaci di viverlo con una fedeltà creativa rispondendo ad una richiesta di credibilità di una fraternità che sa rinnovarsi. 

Per questo il Capitolo generale ha voluto unire le due circoscrizioni in Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione, avviando così un progetto capace di fare dei nostri conventi delle fraternità, dove i numeri vengono a riformularsi ed i confini ad estendersi.

In questo modo, accogliamo l’eredità del nostro Ordine come uomini che professano la Regola di frate Francesco e si sforzano di attraversare la storia, vivendo e incarnando quel sogno che continua a rinnovarsi.

Possa il Signore, per l’intercessione della Vergine Immacolata, benedire i passi della nuova Provincia affidata alla sua protezione, e colmarla di ogni grazia perché ciascun frate sia reso capace di seguire le orme di Cristo e del Serafico Padre San Francesco.

 

Fr. Rosario Terranova

Segretario provinciale

 

 

Mostra di argenti a Messina

Quest’anno, nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Vergine Immacolata, i Frati Minori Conventuali propongono per la prima volta alla cittadinanza una straordinaria esposizione degli antichi argenti liturgici dello storico Santuario e Convento di San Francesco all’Immacolata di Messina.

La mostra potrà essere visitata fino a giovedì 7 Dicembre. Analizzando questi manufatti si può capire ancora oggi la tragica vicenda del terremoto del 1908 che tanta distruzione ha seminato ma anche, in particolare per il Tempio di San Francesco all’Immacolata, il devastante incendio del 23 luglio 1884.

L’arredo dei vasi sacri di questo Santuario risulta infatti incompleto e composto in parte da manufatti provenienti certamente da luoghi di culto distrutti e non più ricostruiti che sorgevano in zona.

Sicuramente persone pie, rinvenendo questi sacri argenti, hanno ritenuto opportuno riconsegnarli all’Immacolata che ebbe la fortuna di avere ben presto una chiesa in baracca posta tra le immani rovine. Bisogna anche ricordare che alcuni manufatti, ritenuti di particolare pregio, dopo il sisma furono trasferiti tra le collezioni dell’attuale Museo Regionale tra cui spicca il prezioso reliquario in cristallo di rocca che custodisce un frammento della Santa Croce.

Questo particolare oggetto rimonta al XIV secolo e fu un dono dell’Imperatore Carlo V al suo predicatore, il frate conventuale messinese, mons. Ottavio Preconio Arcivescovo di Palermo. Sempre al Museo di Messina risultano provenienti da San Francesco all’Immacolata una palmatoria ed uno sportello da tabernacolo, entrambi pregiati argenti messinesi del XVIII secolo.

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La suppellettile preziosa in mostra copre un periodo che va dal XVI al XX secolo, perlopiù tutta di produzione messinese. Un patrimonio religioso ed artistico ricco ed interessante che testimonia l’evolversi del gusto e dello stile.

A causa dei danni degli uomini e della natura questi vasi sacri sono stati oggetto nel corso dei secoli di notevoli rimaneggiamenti che, in alcuni casi, hanno provocato delle dissonanze stilistiche e strutturali ed anche a volte la perdita di marchi o punzoni.

I pezzi in mostra sono tutti inediti e studiati per la prima volta da chi scrive. Merita particolare attenzione il turibolo più antico che presenta una interessante decorazione riferibile ad un attardato gusto tardo gotico del XVI secolo. L’incensiere risulta più volte integrato da alcuni rifacimenti ottocenteschi.

Tra Cinquecento e Seicento rimonta un  piede in bronzo fuso e dorato la cui ben evidente iscrizione lo riconduce al monastero degli Agostiniani Scalzi di Santa Restituita del Castello di Matagrifone. Degno di nota un integro calice in argento sbalzato e cesellato del 1651, vidimato dal console degli argentieri messinesi Giovan Gregorio Frassica.

La presenza al piede della Trasfigurazione fa capire la provenienza dal monastero benedettino femminile di San Michele, ove era venerato nell’altare maggiore un dipinto del celebre episodio evangelico del Monte Tabor. Al Settecento è riferibile un grande calice in argento dorato che presenta al piede una bella raffigurazione di Sant’Anna. La moglie di San Gioacchino regge sulle ginocchia la figlia Maria che a sua volta tiene il Bambino Gesù con in mano la Lettera della Madre ai Messinesi.

Questa singolare e rara iconografia è legata al similare dipinto, oggi nei depositi del Museo Regionale, un tempo sull’altare maggiore del monastero benedettino femminile di Sant’Anna.

Un pezzo frutto di assemblaggio, di elementi di epoca diversa, è un calice la cui coppa potrebbe risalire al XVII secolo mentre il fusto e la base sono composti da elementi del XIX secolo. Il manufatto nasce ad uso del Santuario perchè alla base sono poste delle placchette con l’Immacolata, San Francesco e Sant’Antonio. Analogo caso per un reliquario a ostensorio che vede un piede seicentesco abbinato ad una mostra settecentesca.

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Dell’originario arredo di San Francesco d’Assisi è una copertina di evangeliario, con le abbinate carteglorie, di ignoto argentiere messinese dei primi dell’Ottocento, ove è ben visibile lo stemma dei Francescani. Tra i manufatti più eleganti e rari sicuramente vi è la pace del Cristo Risorto.

L’autore nel 1794 rappresenta la scena pasquale all’interno di una particolare struttura architettonica. Da non tralasciare il monumentale ostensorio ottocentesco con al nodo la Madonna della Luce, titolare dell’omonima confraternita che dal dopo terremoto ha sede nel Santuario del Boccetta.

Un patrimonio non indifferente di Fede, Arte e Cultura che i Frati Conventuali hanno custodito gelosamente e a cui va il nostro sentito ringraziamento.

Marco Grassi

 

Indulgenza Plenaria per gli 800 anni del presepe di Greccio

La Conferenza della Famiglia Francescana ha annunciato l’Indulgenza plenaria, dall’8 Dicembre 2023 Solennità dell’Immacolata al 2 Febbraio 2024 Festa della Presentazione del Signore, che si potrà ottenere con la visita ad una chiesa servita dai francescani e la preghiera davanti al presepe ivi allestito.

Nella lettera che la Conferenza ha scritto a tutti i confratelli, si precisa che al fine di promuovere il rinnovamento spirituale dei fedeli ed incrementare la vita di grazia, è stata chiesta ed ottenuta da Papa Francesco questa Indulgenza, legata al centenario francescano del presepe di Greccio. Anche chi non può fisicamente visitare una chiesa francescana, può vivere l’Indulgenza offrendo la propria sofferenza e il proprio sacrificio spirituale.