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Mostra sui Martiri del Perù a Carini

Sarà l’ambasciatore della Repubblica della Polonia presso la Santa Sede S.E. Adam Mariusz Kwiatkowski, ad inaugurare presso il Santuario San Massimiliano Kolbe di Carini all’interno dell’omonimo Centro di Accoglienza e di Spiritualità, Sabato 13 Luglio alle 17.00, la mostra sui confratelli polacchi P. Zbigniew Strzałkowski e P. Michał Tomaszek, missionari in Perù e uccisi barbaramente il 9 Agosto 1991.

Insieme all’ambasciatore, parteciperanno all’inaugurazione, rivolgendo ai presenti il loro saluto, il Ministro Provinciale fra’ Gaspare La Barbera, il Vicario Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali fra’ Jan Maciejowski e il Direttore del Centro Kolbe di Carini fra’ Salvino Pulizzotto.

Il Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Monreale Mons. Ferdinando Toia benedirà l’esposizione.

Fra’ Paolo Fiasconaro, direttore del Centro Missionario Francescano Onlus di Roma, coordinerà gli interventi che si susseguiranno a partire dalla proiezione di un breve docufilm sulla vita e il martirio dei due confratelli beati.

Nell’agosto 1991, Giovanni Paolo II si trovava a Cracovia per la Giornata Mondiale della Gioventù e proprio in quei giorni entusiasmanti gli arrivò la drammatica notizia dell’assassinio dei due francescani polacchi per mano dei membri di Sendero Luminoso, organizzazione armata d’ispirazione maoista. Commentando questo fatto il Papa disse: «Sono i nuovi santi martiri del Perù». Ventitré anni e mezzo dopo la loro morte, il 3 febbraio 2015, la Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto il martirio dei Servi di Dio Zbigniew e Michał e Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del relativo decreto. La loro beatificazione ha avuto luogo il 5 dicembre 2015 nella città peruviana di Chimbote, diocesi dove i martiri svolgevano la loro missione.

Ma come mai questi giovani frati polacchi sono finiti in Perù, a 11mila chilometri dalla loro Patria? L’Ordine dei Frati Minori Conventuali voleva rafforzare la sua presenza missionaria in America Latina e così fu deciso di aprire una nuova missione a Pariacoto, in una zona montagnosa e isolata del Perù, a 1200 metri di altitudine. Qui i frati trovarono una popolazione che viveva in estrema povertà, senza luce né acqua, mentre la chiesa era in stato di abbandono. La parrocchia copriva un territorio grande come una diocesi europea, con 73 villaggi, di cui alcuni a 4.000 metri di altitudine. Per i giovani sacerdoti cominciò un duro lavoro missionario ma anche di assistenza alla popolazione conquistandosi ben presto i cuori della gente.

Purtroppo, nella zona era molto attiva l’organizzazione maoista Sendero Luminoso. Negli anni Ottanta e Novanta i terroristi, facendo leva sullo scontento popolare, suscitarono una sanguinosa guerra civile che causò la morte o la sparizione di circa 70mila persone.

La sera del 9 agosto 1991 i senderisti arrivarono alla missione di Pariacoto per cercare i sacerdoti. In quel momento si trovavano lì soltanto i due frati oggi beati, perché il superiore era partito per la Polonia. Fra’ Zbigniew e fra’ Michał si presentarono ai terroristi e subito vennero caricati su una camionetta che li portò fuori dal villaggio. In macchina salì anche una coraggiosa suora peruviana, suor Berta, che divenne testimone delle accuse rivolte dagli aguzzini ai frati durante un grottesco processo rivoluzionario. Può sembrare una cosa assurda ma furono accusati di fare del bene e perciò di frenare la rabbia del popolo e di rallentare la rivoluzione.

I due frati polacchi furono accusati di essere mandati da Giovanni Paolo II e dalla CIA e di proclamare Dio; ma la religione, dicevano i senderisti, è «l’oppio dei popoli». Poco dopo, nelle vicinanze del piccolo cimitero del paese, vennero giustiziati, insieme al sindaco di Pariacoto, con un colpo alla nuca. I terroristi lasciarono un messaggio sul corpo insanguinato di padre Strzałkowski: «Così muoiono i servi dell’imperialismo». 

La mostra resterà aperta ai visitatori per tutto il periodo estivo ogni giorno con ingresso libero dalle ore 17.00 alle 19.00.

 

La Sicilia ad Assisi

Sono stati presentati questa mattina a Palazzo d'Orléans a Palermo, sede della Presidenza della Regione, i particolari del Pellegrinaggio della Regione ad Assisi per l’offerta dell’olio e l’accensione della lampada che arde presso la tomba di San Francesco.

Hanno presenziato l’incontro con la stampa il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il presidente della Conferenza Episcopale Siciliana Mons. Antonino Raspanti, il custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, fra’ Marco Moroni ofm conv., il custode della Basilica di Santa Maria degli Angeli fra’ Massimo Travascio ofm, il sindaco di Assisi Stefania Proietti e quello di Palermo Roberto Lagalla. Mons. Sorrentino, Vescovo di Assisi si è reso presente con un videomessaggio di saluto.

Presenti anche i referenti delle diciotto diocesi di Sicilia e delle famiglie francescane, tra cui il nostro Ministro Provinciale fra’ Gaspare La Barbera ofm conv., e i rappresentanti degli assessorati regionali dell'Agricoltura, dei Beni Culturali e del Turismo coinvolti anch’essi nell'iniziativa.

All’inizio dell’incontro è stato svelato il logo realizzato dalla Regione Siciliana che contrassegnerà tutti gli eventi del 3-4 Ottobre che porteranno ad Assisi dalla nostra isola migliaia di pellegrini. Le Chiese di Sicilia doneranno mille litri di olio (60 per ogni diocesi) per alimentare la lampada di Assisi mentre la quantità eccedente che tanti fedeli stanno donando in occasione del Pellegrinaggio della Lampada che sta toccando quasi tutte le comunità ecclesiali della regione, sarà messa a disposizione delle Caritas diocesane e di altre opere benefiche religiose. 

(qui sotto il servizio andato in onda sul TGR a cura della testata giornalistica regionale) della Rai)


La Presidenza della Regione Siciliana ha da parte sua stabilito di offrire per l'occasione il restauro, per un valore di 20mila Euro, del dipinto a olio su tela, con cornice lignea policroma, raffigurante "L'apparizione di San Giuseppe a San Bonaventura", del XVIII secolo, sito nella Basilica di San Francesco, e di un altro olio su tela raffigurante "La Madonna sui luoghi della Passione", del XVII secolo, attribuito a Piergirolamo Crispolti.

Sempre la Presidenza della Regione, oltre a finanziare le lampade che stanno girando tutte le parrocchie e le comunità dell’Isola e le stampe che accompagnano tale pellegrinaggio, provvederà a dotare i pellegrini siciliani di un apposito kit con all’interno, tra l’altro, anche il libretto delle celebrazioni del 3-4 Ottobre.

Fra’ Marco Moroni ofm conv., Custode del Sacro Convento di Assisi, ha auspicato che questo pellegrinaggio, che si ripete a livello regionale solo ogni 20 anni, possa essere un’occasione di scambio e arricchimento reciproci, portando la Sicilia, al pari di Assisi, quegli atteggiamenti di accoglienza delle diverse popolazioni, fedi e culture che la contraddistinguono. Qui sotto l'intervista rilasciata dopo la conferenza stampa di Palermo.

 

Professione Solenne di fra’ Alberto

Lo scorso 6 Aprile, presso la Basilica S. Francesco d’Assisi a Palermo, fra' Alberto Barbaro ha emesso la Professione solenne nelle mani del Ministro Provinciale, fra' Gaspare La Barbera.

Accanto al Ministro Provinciale che ha presieduto la celebrazione, l’Assistente generale FIMP (Federazione Intermediterranea Ministri Provinciali) fra' Giovanni Voltan. Numerosa la partecipazione dei frati della Provincia, dei religiosi delle altre famiglie francescane, del clero diocesano e moltissimi fedeli. Davanti alla comunità ecclesiale riunita, fra' Alberto ha confermato il suo sì per sempre nella nostra famiglia di Frati Minori Conventuali.

È stata una giornata ricca di Grazia in cui lodare e ringraziare il Signore per i prodigi che continuamente dona all’umanità attraverso la storia di chiunque voglia rispondere con la propria vita ad una chiamata di sequela di Cristo.

Ed è proprio con la sua storia che Fra Alberto riesce ad essere testimone credibile di una vocazione in cui bisogna saper attendere, lasciando che Dio agisca secondo i suoi tempi.

Originario di Salemi in Sicilia, respira il carisma francescano fin dall’infanzia. Nel 1980, appena diciassettenne, partecipa ad un campo vocazionale a Marineo sempre nella Trinacria, lasciando emergere quel sentire vocazionale teso ad una proposta di vita religiosa. Ma il corso degli eventi lo porterà a dovere mettere da parte quel sentire che, come un seme, resterà nel suo cuore in attesa di germogliare.

Figlio unico, venuta a mancare la mamma, si occupa amorevolmente del papà invalido per molti anni. A questo si aggiungerà l’attività lavorativa così da impegnare tutto il suo tempo. Sono diverse le occasioni in cui Alberto tornerà ad incontrare i frati ed in particolare Fra Gaspare, che darà modo di sperimentare come quel sentire vocazionale nonostante il tempo e gli eventi non sia mai venuto meno. Così, dopo un breve passaggio di esperienza monastica, la sua vocazione religiosa verrà confermata alla vita francescana.

A condividere la gioia e l’emozione dell’evento della Professione, coloro che conoscono Alberto da sempre, come la famiglia ed i cugini venuti anche da lontano, ma anche quanti lo hanno conosciuto in questi ultimi anni, proprio durante il suo cammino di formazione e che hanno saputo cogliere in lui i segni di Dio nella sua storia, apprezzarlo ed amarlo.

Ma soprattutto la Parola di Dio proposta dalla liturgia della seconda Domenica di Pasqua ha tracciato le linee della vocazione francescana ed anche della storia di fra' Alberto.

Come ha affermato il Ministro provinciale nell’omelia: “fraternità è una parola chiave e fondamentale della spiritualità francescana”, ricordando che è proprio la fraternità ciò che attrae e desidera chiunque voglia entrare nella famiglia francescana, ed è ciò che attesta ogni frate in qualunque momento della sua vita.

Fra Gaspare ha posto quindi l’attenzione verso la comunione, nella comunità come luogo in cui sperimentare fino in fondo la propria umanità, la propria fragilità, e la forza rigenerante e sanante dello spirito. Infatti, nella comunità ognuno di noi può scoprire l’unicità dell’altro e rendere fecondi i talenti. Perché come ripeteva Francesco d’Assisi: vivere secondo il Vangelo, con gli stessi sentimenti di Cristo, conduce alla comunità.

Ringraziamo il Signore e il serafico padre San Francesco per il dono di Fra Alberto e chiediamo al Signore di rendere sempre più fecondo il nostro Ordine.

 

Fr. Rosario Terranova

Segretario provinciale

 

 

Incontri di formazione francescana

Nei giorni 17-18 e 19-20 Febbraio 2024, presso il Centro Kolbe di Carini, si sono tenuti due turni di formazione spirituale e francescana con la partecipazione dei frati e numerosi laici delle comunità locali.

A tenere le meditazioni sono stati Fra Emanuele Rimoli e Fra Guglielmo Spirito, entrambi provenienti dalla Comunità “Franciscanum” di Assisi. Il titolo dell’incontro: “Sapere Cristo e questi crocifisso”. La tematica si inserisce nell’ottavo centenario dell’impressione delle Stimmate di San Francesco ed è stata per tutti i partecipanti un ottimo modo per iniziare il cammino della Quaresima.

Il percorso dei due incontri era articolato in tre momenti con altrettante meditazioni offerte dai relatori: 1. Verso dove guardiamo; 2. Chi seguiamo; 3. Tu con me sarai in paradiso.

Attraverso l’itinerario proposto, che attraversava la vita di Gesù narrata nel Vangelo e la testimonianza della vita del serafico padre San Francesco, Fra Emanuele e Fra Guglielmo hanno aiutato i partecipanti a guardare alle stimmate del poverello di Assisi non come un premio riservato ad un eroe ma ad una meta a cui ciascun cristiano è chiamato. Ogni meditazione, in un crescendo, mostrava i passi e gli atteggiamenti perché ciò accadesse anche nella vita di ciascuno.

Molti gli spunti di riflessione che sono stati offerti, molte le domande suscitate. Comune in tutti i partecipanti è stato il senso di gratitudine per quanto ascoltato, e soprattutto per la testimonianza di vita donata da Fra Guglielmo e Fra Emanuele, che hanno mostrato che le riflessioni proposte non nascevano solamente da studio sistematico ma dalla preghiera e da una relazione fraterna autentica.

Ringraziamo il Signore per averci donato questa esperienza spirituale profonda e arricchente, e per le relazioni fraterne vissute tra frati e laici in questi giorni di comunione. 

Fr. Rosario Terranova

Segretario provinciale

 

 

XXV Sacerdotale di P. Giorgio Tassone

Martedì 2 Gennaio, la Chiesa parrocchiale “Madonna del Rosario” di Palmi (Calabria) era gremita e in festa per celebrare i 25 anni di sacerdozio del suo pastore, Fr. Giorgio Tassone, da ben 16 anni alla guida della parrocchia e fino ad agosto scorso ultimo Custode dell’ormai soppressa Custodia di Calabria “SS. Daniele e Compagni martiri”.

Le tante comunità parrocchiali hanno accolto calorosamente S. Em.za il Card. Mauro Gambetti (OFMConv.), Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, venuto per l’occasione a officiare la Celebrazione Eucaristica. Il Cardinale ha ringraziato il Vescovo della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, Mons. Giuseppe Alberti per l’accoglienza, e salutato tutti i confratelli della nuova Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione, della quale vi era una folta rappresentanza assieme al Ministro Provinciale Fr. Gaspare La Barbera

Il Card. Gambetti ha lodato e ringraziato il Signore per i doni del Sacerdozio, ricevuti da fra Giorgio il 02 Gennaio 1999 nella Chiesa “San Giovanni Therestis” in Stilo, dove veniva ordinato presbitero per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Giancarlo Bregantini. “Fra Giorgio”, di cui Sua Em.za ha esaltato il carattere genuino e lo spirito di condivisione, “ha mantenuto legami ad Amantea, Catanzaro e ci troviamo qui riuniti a questa festa di “compleanno”, ha dichiarato il Cardinale.

Legami che hanno riempito la parrocchia di amici prima ancora che autorità civili e religiose. Presenti numerosi sacerdoti della città di Palmi e della Diocesi, il Sig. Sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, Gen. Cesario Totaro; il Generale dei Carabinieri Raffaele Fedocci, il Colonnello Gianluca Migliozzi, Comandante del Nucleo Operativo di Gioia Tauro e altre autorità. Ad accompagnare questo momento anche la mamma e altri famigliari di Fr. Giorgio. Ma il vincolo più forte è stato quello che ha stretto P. Giorgio a Cristo: nell’omelia del Card. Gambetti il dono ricevuto da fra Giorgio si intreccia a doppio filo con quattro parole chiave: “Gratitudine, Testimonianza, Rettitudine, Unzione”. Il Cardinale ha reso partecipi i fedeli di un passaggio della lettera che Fr. Giorgio gli aveva scritto per invitarlo alla cerimonia: “Non avevo certo la piena consapevolezza di cosa mi riservava questo dono. Di grado in grado, passo dopo passo mi rendevo conto del suo inestimabile valore, oltre me stesso, verso gli altri”.

Padre Giorgio in segno di gratitudine per la sua speciale presenza, ha voluto donare al Card. Gambetti un ritratto del prelato realizzato dall’artista palmese Antonino Nucifora.

Al termine della cerimonia si è svolto presso il Centro per la Nuova Evangelizzazione “Giovanni Paolo II” di Piazzale Ibico un momento conviviale per una comunità che assieme al suo parroco è riuscita, in nome della sua guida spirituale, ad accogliere la gioia e a trasformarla in condivisione reciproca.

 

Fr. Rosario Terranova

Segretario provinciale

 

 

La nuova Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione

Si è svolta il 13 dicembre scorso, Festa di santa Lucia, presso la Pontificia Basilica Minore dei Frati Minori Conventuali di Palermo, la cerimonia di proclamazione dell’unificazione della Provincia di Sicilia delle “SS. Agata e Lucia” e della Custodia di Calabria dei “Ss. Daniele e Compagni martiri”, che ha assunto la nuova denominazione canonica in “Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione”.

Presenti all’importante celebrazione il Ministro Generale Fr. Carlos A. TROVARELLI, il Procuratore dell’Ordine Fr. Maurizio DI PAOLO, l’Assistente Generale FIMP Fr. Giovanni VOLTAN, il Ministro provinciale della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, Fr. Roberto Brandinelli, il Ministro provinciale della Puglia, Fr. Daniele Maiorano, il delegato del Ministro provinciale di Malta, Fr. Allister Aquilina, i Ministri provinciali delle Famiglie Francescane di Sicilia, il Ministro dell’ Ordine Francescano Secolare di Sicilia, i frati della nascente Provincia, provenienti dai conventi della Sicilia e della Calabria, da Roma, da Assisi, i postulanti del Postulato del Sud Italia con l’equipe dei formatori e numerosi fedeli.

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Due i momenti salienti della giornata. Il primo, un commovente momento di preghiera, iniziato con una processione in cui i frati hanno portato dei segni come la composizione floreale offerta all’Immacolata Concezione, l’immagine della Regola dell’Ordine e l’icona di s. Francesco, ai piedi della quale ciascuno ha deposto un lumino. È seguito un breve saluto ai partecipanti da parte del Ministro provinciale di Sicilia e Calabria, Fr. Gaspare LA BARBERA, in cui ha sottolineato  l’importanza dell’evento; poi, la recita di salmi, cantici e riflessioni sulla storia delle due giurisdizioni e il cammino fatto fino al momento dell’unificazione avvenuta nell’agosto u.s.. Momento centrale la proclamazione da parte del Procuratore dell’Ordine del Decreto attuativo dell’Unificazione e del cambio della denominazione in “Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione”. Ed è proprio ai piedi del simulacro dell’Immacolata che il Ministro generale e il Ministro provinciale, con una preghiera di affidamento, hanno consegnato la nuova Provincia alle cure della Vergine Immacolata.

Il secondo momento, la celebrazione Eucaristica presieduta dal Ministro generale. Nell’omelia si è soffermato su tre punti: l’importanza di fare memoria dei Santi titolari delle due giurisdizioni, perché testimoni che invitano noi frati conventuali a fare con la nostra vita una professione di fede nell’oggi; le beatitudini come progetto di vita per la nuova Provincia (in riferimento al Vangelo del giorno, il brano delle beatitudini di Matteo), il modo in cui possiamo dare forma al Regno dei cieli, qui sulla terra; terzo punto, gli ottocento anni, anche in Sicilia, di vita francescana, fatti di gloria e di tempi difficili, sottolineando che per il Vangelo ogni tempo è un tempo favorevole per la testimonianza di fede e di fraternità. Ha concluso l’omelia ricordando ai frati di Sicilia e Calabria che “non celebriamo soltanto l’inizio di una nuova giurisdizione ma il desiderio di vivere un progetto di Vita Nuova luminoso di quella luce che fu la vita di santa Lucia, autentico come fu la vita di san Daniele e dei suoi Compagni martiri e puro come l’Immacolata.”

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La scelta della nuova denominazione canonica, trova la sua ragione in un dato incontrovertibile: la forte devozione mariana, certamente insita nel carisma francescano ma significativamente presente in entrambi i territori con quelle sensibilità popolari, e non solo, tipiche del meridione. 

Cosi come la presenza, nelle nostre chiese, di congregazioni laicali, confraternite, associazioni e movimenti mariani, sorti proprio per interpretare i sentimenti di amore e devozione popolari e per difendere il privilegio dell’Immacolata concezione di Maria. 

Con l’unificazione siamo consapevoli di scrivere una nuova pagina della nostra storia, senza dimenticare gli otto secoli che le due giurisdizioni hanno attraversato. La storia, infatti, rappresenta  per noi l’espressione di un sogno consegnato da Francesco d’Assisi ai fratelli che nel tempo lo hanno accolto e tramandato.

La sfida del mondo odierno ci obbliga certamente a guardare la nostra realtà invitandoci ad operare scelte opportune, capaci di rispondere con una costante riformulazione di questo sogno-progetto evangelico di una fraternità possibile in Cristo.

La sua realizzazione, quindi, può avvenire soltanto se siamo capaci di viverlo con una fedeltà creativa rispondendo ad una richiesta di credibilità di una fraternità che sa rinnovarsi. 

Per questo il Capitolo generale ha voluto unire le due circoscrizioni in Provincia Italiana dell’Immacolata Concezione, avviando così un progetto capace di fare dei nostri conventi delle fraternità, dove i numeri vengono a riformularsi ed i confini ad estendersi.

In questo modo, accogliamo l’eredità del nostro Ordine come uomini che professano la Regola di frate Francesco e si sforzano di attraversare la storia, vivendo e incarnando quel sogno che continua a rinnovarsi.

Possa il Signore, per l’intercessione della Vergine Immacolata, benedire i passi della nuova Provincia affidata alla sua protezione, e colmarla di ogni grazia perché ciascun frate sia reso capace di seguire le orme di Cristo e del Serafico Padre San Francesco.

 

Fr. Rosario Terranova

Segretario provinciale

 

 

Mostra di argenti a Messina

Quest’anno, nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Vergine Immacolata, i Frati Minori Conventuali propongono per la prima volta alla cittadinanza una straordinaria esposizione degli antichi argenti liturgici dello storico Santuario e Convento di San Francesco all’Immacolata di Messina.

La mostra potrà essere visitata fino a giovedì 7 Dicembre. Analizzando questi manufatti si può capire ancora oggi la tragica vicenda del terremoto del 1908 che tanta distruzione ha seminato ma anche, in particolare per il Tempio di San Francesco all’Immacolata, il devastante incendio del 23 luglio 1884.

L’arredo dei vasi sacri di questo Santuario risulta infatti incompleto e composto in parte da manufatti provenienti certamente da luoghi di culto distrutti e non più ricostruiti che sorgevano in zona.

Sicuramente persone pie, rinvenendo questi sacri argenti, hanno ritenuto opportuno riconsegnarli all’Immacolata che ebbe la fortuna di avere ben presto una chiesa in baracca posta tra le immani rovine. Bisogna anche ricordare che alcuni manufatti, ritenuti di particolare pregio, dopo il sisma furono trasferiti tra le collezioni dell’attuale Museo Regionale tra cui spicca il prezioso reliquario in cristallo di rocca che custodisce un frammento della Santa Croce.

Questo particolare oggetto rimonta al XIV secolo e fu un dono dell’Imperatore Carlo V al suo predicatore, il frate conventuale messinese, mons. Ottavio Preconio Arcivescovo di Palermo. Sempre al Museo di Messina risultano provenienti da San Francesco all’Immacolata una palmatoria ed uno sportello da tabernacolo, entrambi pregiati argenti messinesi del XVIII secolo.

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La suppellettile preziosa in mostra copre un periodo che va dal XVI al XX secolo, perlopiù tutta di produzione messinese. Un patrimonio religioso ed artistico ricco ed interessante che testimonia l’evolversi del gusto e dello stile.

A causa dei danni degli uomini e della natura questi vasi sacri sono stati oggetto nel corso dei secoli di notevoli rimaneggiamenti che, in alcuni casi, hanno provocato delle dissonanze stilistiche e strutturali ed anche a volte la perdita di marchi o punzoni.

I pezzi in mostra sono tutti inediti e studiati per la prima volta da chi scrive. Merita particolare attenzione il turibolo più antico che presenta una interessante decorazione riferibile ad un attardato gusto tardo gotico del XVI secolo. L’incensiere risulta più volte integrato da alcuni rifacimenti ottocenteschi.

Tra Cinquecento e Seicento rimonta un  piede in bronzo fuso e dorato la cui ben evidente iscrizione lo riconduce al monastero degli Agostiniani Scalzi di Santa Restituita del Castello di Matagrifone. Degno di nota un integro calice in argento sbalzato e cesellato del 1651, vidimato dal console degli argentieri messinesi Giovan Gregorio Frassica.

La presenza al piede della Trasfigurazione fa capire la provenienza dal monastero benedettino femminile di San Michele, ove era venerato nell’altare maggiore un dipinto del celebre episodio evangelico del Monte Tabor. Al Settecento è riferibile un grande calice in argento dorato che presenta al piede una bella raffigurazione di Sant’Anna. La moglie di San Gioacchino regge sulle ginocchia la figlia Maria che a sua volta tiene il Bambino Gesù con in mano la Lettera della Madre ai Messinesi.

Questa singolare e rara iconografia è legata al similare dipinto, oggi nei depositi del Museo Regionale, un tempo sull’altare maggiore del monastero benedettino femminile di Sant’Anna.

Un pezzo frutto di assemblaggio, di elementi di epoca diversa, è un calice la cui coppa potrebbe risalire al XVII secolo mentre il fusto e la base sono composti da elementi del XIX secolo. Il manufatto nasce ad uso del Santuario perchè alla base sono poste delle placchette con l’Immacolata, San Francesco e Sant’Antonio. Analogo caso per un reliquario a ostensorio che vede un piede seicentesco abbinato ad una mostra settecentesca.

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Dell’originario arredo di San Francesco d’Assisi è una copertina di evangeliario, con le abbinate carteglorie, di ignoto argentiere messinese dei primi dell’Ottocento, ove è ben visibile lo stemma dei Francescani. Tra i manufatti più eleganti e rari sicuramente vi è la pace del Cristo Risorto.

L’autore nel 1794 rappresenta la scena pasquale all’interno di una particolare struttura architettonica. Da non tralasciare il monumentale ostensorio ottocentesco con al nodo la Madonna della Luce, titolare dell’omonima confraternita che dal dopo terremoto ha sede nel Santuario del Boccetta.

Un patrimonio non indifferente di Fede, Arte e Cultura che i Frati Conventuali hanno custodito gelosamente e a cui va il nostro sentito ringraziamento.

Marco Grassi

 

Indulgenza Plenaria per gli 800 anni del presepe di Greccio

La Conferenza della Famiglia Francescana ha annunciato l’Indulgenza plenaria, dall’8 Dicembre 2023 Solennità dell’Immacolata al 2 Febbraio 2024 Festa della Presentazione del Signore, che si potrà ottenere con la visita ad una chiesa servita dai francescani e la preghiera davanti al presepe ivi allestito.

Nella lettera che la Conferenza ha scritto a tutti i confratelli, si precisa che al fine di promuovere il rinnovamento spirituale dei fedeli ed incrementare la vita di grazia, è stata chiesta ed ottenuta da Papa Francesco questa Indulgenza, legata al centenario francescano del presepe di Greccio. Anche chi non può fisicamente visitare una chiesa francescana, può vivere l’Indulgenza offrendo la propria sofferenza e il proprio sacrificio spirituale.

 

Una strada dedicata a P. Matteo La Grua

Il prossimo 4 Novembre 2023 si terrà a Palermo la cerimonia di intitolazione della strada che porterà il nome del confratello P. Matteo La Grua per il quale lo scorso Gennaio i Vescovi siciliani hanno dato il loro parere favorevole all’avvio della causa di beatificazione. L’evento, alla presenza del Sindaco della Città, si terrà alle ore 11.00 nei pressi dell’attuale Via al fondo Margifaraci.

Ad annunciarlo, il Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Sicilia e Calabria, fra’ Gaspare La Barbera, anche a nome della Fondazione Gesù Liberatore, di cui è Presidente, e del Rinnovamento nello Spirito di Palermo che è parte della Fondazione.

Il Consiglio Comunale della Città di Palermo lo scorso anno aveva approvato la mozione per intitolare una strada a padre Matteo La Grua poiché - si legge tra le motivazioni presentate al Comune - «ha rappresentato una guida umana e spirituale per i poveri e gli ultimi della città di Palermo, ricevendo alla sua porta anche migliaia di fedeli provenienti da tutta la Sicilia e gran parte d’Italia». Adesso, il Sindaco Roberto Lagalla ha determinato che la “Via al Fondo Margifaraci” che porta al Centro Gesù Liberatore venga rinominata e intitolata al P. Matteo La Grua.

Il Centro carismatico Gesù liberatore, nella contrada Margifaraci, sorge su un terreno appartenuto alla mafia e donato da una donna convertita al confratello che da subito ne ha fatto un luogo di riferimento per ogni sofferente nel corpo e nello spirito che cerca nel Signore Gesù liberazione, pace e salvezza. Un centro che nel tempo ha sviluppato la sua missione con svariate attività spirituali, sociali, caritative e benefiche.

 

 

La Sicilia ad Assisi nel 2024

Sorelle e fratelli tutti, il Signore vi dia Pace!

Con questo saluto, che San Francesco dice di avere ricevuto in dono direttamente da Dio suo Padre, vi annunciamo con gioia che le Chiese della nostra Regione, la bella Sicilia, il prossimo 4 ottobre 2024 andranno in pellegrinaggio ad Assisi per offrire l’olio che alimenta la lampada votivache arde presso la tomba di san Francesco, patrono d’Italia.

È l’occasione per rivivere insieme nella fede, anche con questa tappa, da pellegrini e forestieri, il mistero del grande pellegrinaggio che è la nostra vita in questo mondo. Esso, ancora una volta, ci pone in cammino per decidere nel nostro cuore il santo viaggio, che ogni volta sulle orme di Cristo ci porta a Gerusalemme e, soprattutto, nella casa di Dio nostro Padre. Ad Assisi, infatti, con san Francesco e come san Francesco, vogliamo riscoprire la paternità di Dio che ci fa sentire tutti fratelli e sorelle: Dio Padre ci rende e ci fa vivere da figli immensamente amati da Lui.

Inoltre, con lo stile inconfondibile di san Francesco e come san Francesco, vogliamo recuperare l’armonia con il creato per riconoscere in esso la casa comune che Dio ha donato a tutti i viventi e specialmente a noi perché ce ne prendessimo cura, mentre attendiamo la redenzione completa che la creazione, tutta intera, riceverà in Cristo Gesù quando Dio sarà tutto in tutti. L’esempio cristallino di san Francesco e la sua testimonianza luminosa, che ci ha reso in un tempo oscuro e difficile quanto il nostro, aiuti noi ad essere, qui ed ora, luce del mondo e stelle che brillano nelle tenebre e ci renda testimoni di pace e di speranza per ogni uomo e donna, per annunciare il Vangelo di Dio, sine glossa, più con la vita che con le parole.

Infine, questo pellegrinaggio si inserisce molto opportunamente in quella riscoperta sinodale che, come chiesa universale e nelle diverse chiese locali, stiamo compiendo per vivere e testimoniare la sapienza e la profezia del nostro essere cristiani credenti e credibili. Anche questa sarà una bella opportunità per camminare sempre più insieme ed andare avanti uniti, senza lasciare indietro nessuno, prendendoci cura gli uni degli altri e tutti insieme dei fratelli in difficoltà, che vivono come scarti nelle periferie esistenziali.

Viviamo, pertanto, questo tempo di preparazione nell’ascolto attento di Dio e della sua Parola, nella preghiera perseverante per accogliere e, soprattutto, mettere in pratica ciò che lo Spirito, conoscitore del mistero di Dio e dell’uomo, con gemiti inesprimibile ci vuole dire e ci vuole dare per portare al mondo la speranza che non delude.

Quando ci sarà il programma completo dell’evento ne daremo comunicazione, perché ci si possa organizzare per partecipare.

Su tutti voi invochiamo la benedizione del Signore e vi giunga il nostro affettuoso saluto e la nostra vicinanza.

 

Palermo, 4 ottobre 2023

Festa di San Francesco d’Assisi

I vostri Vescovi